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Generale

Published on Marzo 13th, 2020 | by Mattia

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Nidil lancia una campagna di analisi sui tirocini

Partiamo dai dati: in cinque anni (dal 2012 al 2017) i tirocini extracurricolari sono passati da 183mila a 344mila attivazioni, influenzando non poco la vita professionale degli under 35 poiché usati spesso per non ricorrere alla forma più tutelante dell’apprendistato. Il tirocinio oscilla tra la veste di opportunità di inserimento nel mercato del lavoro in ruoli ad alta specializzazione e sfruttamento mascherato, quindi è una forma difficile da affrontare e regolare. Il faticoso passaggio della crisi e la frammentazione del mercato del lavoro hanno favorito la ricorrenza di questa forma e facilitato l’uso improprio. All’inizio del decennio scorso la Regione Toscana ha promosso il pacchetto di politiche denominato Giovani Sì, volto a favorire l’autonomia giovanile sotto molteplici aspetti oltre a quello professionale. Da allora si è inquadrato parte del fenomeno sotto il cappello della normativa regionale: minimo 500 euro al mese (di cui 300 a carico della Regione) per un massimo di 12 mesi (6 di base, 24 per i disabili) uniti ad un incentivo all’assunzione e correlati da una restrizione numerica sulla base dei dipendenti a tempo indeterminato. Dopo quasi dieci anni altre regioni hanno seguito questa strada e tuttavia l’abuso non si è placato: infatti il principale scoglio è rimasto quello del controllo e della garanzia formativa, ossia che il tirocinio venga attivato per mansioni specialistiche che giustifichino la forma. Per usare un esempio comune, spesso sono stati attivati tirocini cercando cassieri e cassiere nei supermercati, in modo da poter accedere a manodopera a costo basso e con poche tutele.

Con l’occasione vogliamo contribuire per quanto riguarda il nostro territorio di riferimento, in collaborazione col coordinamento toscano di Nidil, la Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze e Cgil Toscana.


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