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Published on Marzo 8th, 2011 | by Nidil_Firenze

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Laureati travolti dalla crisi: bassi stipendi e più precarietà

di Federico Pace su www.repubblica.it

Peggiorano ancora i dati su retribuzioni, occupazione e stabilità. Raddoppia il fenomeno di chi non ha neppure un contratto. I laureati di famiglie operaie guadagnano quasi duecento euro al mese in meno dei colleghi di estrazione borghese. I risultati del rapporto di AlmaLaurea su 400mila giovani.

La crisi non smette di far male. Anche a chi, come i laureati, possiede più strumenti culturali e professionali per reagire ai mutamenti. I numeri parlano chiaro. Gli stipendi perdono ancora potere d’acquisto, le chance di trovare un posto si riducono ulteriormente e i contratti precari sono ormai routine. Intanto risuonano altri due campanelli d’allarme: il lavoro nero raddoppia e la classe sociale di provenienza non smette di condizionare i destini dei giovani. Tanto che tra i “figli” si perpetuano le differenze e le disparità dei “padri”, anche laddove non avrebbero più alcuna giustificazione. Sia in termini di euro guadagnati che di riconoscimenti e identificazione nel lavoro.
A richiamare l’attenzione sulla questione giovanile, è il nuovo rapporto di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei neolaureati. Presentata oggi a Roma presso la sede della Crui, l’indagine ha coinvolto 400 mila ragazzi e, con una gran mole di dati, invita operatori e politici a considerare con attenzione la necessità di approntare strumenti per evitare che una risorsa preziosa vada dissipata con inevitabili danni per l’intero Paese. I risultati saranno discussi anche nell’ambito della conferenza internazionale sul capitale umano e l’occupazione che a Bologna, tra giovedì e venerdì prossimi, vedrà confrontarsi decisori, responsabili d’azienda, operatori e esperti del settore.

La disoccupazione non smette di crescere. Sia che si esca con la “triennale”, sia che lo si faccia con la specialistica, i senza lavoro continuano ad aumentare. Oggi, il 16,2 per cento dei laureati “brevi” è disoccupato a un anno dal conseguimento del titolo di studio. Nel 2008 erano l’11 per cento. Dalla specialistica non arrivano numero migliori. L’involuzione, semmai, è ancora più accentuata: i disoccupati quest’anno sono il 17,7 per cento (erano il 10,8 per cento). Certo è che comunque i laureati nel tempo dimostrano performance migliori dei diplomati. Durante l’intera vita lavorativa, hanno un tasso di occupazione superiore di undici punti percentuali a quella dei diplomati che, senza dubbio, stanno pagando più dolorosamente la crisi. Ad ogni modo, dice l’indagine, diminuisce anche la quota dei laureati che risultano impiegati cinque anni dopo aver conseguito il titolo. In questo caso il campione osservato è quello dei laureati pre-riforma. Tra il 2005 e il2010 la contrazione è di quasi cinque punti percentuali. Cinque anni fa erano il 90,3 per cento quelli che erano riusciti a trovare impiego. Oggi sono l’85,6 per cento.

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