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Published on Novembre 23rd, 2010 | by Nidil_Firenze

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DISPERATA RICERCA DI OPPORTUNITA’

La Gelmini ha calato la scure sull’istruzione e il diritto allo studio…al resto ci pensano i disperati e gli arrivisti.

Nell’ultimo decennio ricercatori e contrattisti esterni dell’università hanno accettato, a volte per imposizione altre per scelta, contratti di insegnamento vergognosi. E fino a qualche giorno fa erano compatti e decisi a non accettare più il sopruso istituzionale ed aspettare inermi i miraggi che promettevano una cattedra di ruolo ed il riconoscimento di anni dedicati allo studio, alla formazione, alla ricerca…

L’università del 2010, dopo il ddl Gelmini, non ha più soldi da investire sui giovani docenti e ricercatori…ma ha bisogno di questi per andare avanti…per garantire ai propri studenti la formazione dovuta, perché ordinari e associati non bastano.

…allora ecco ricomparire i famosi contratti a bando gratuito o economicamente simbolici (60-100 euro per tutto l’anno accademico)…

…mi dico…”nessun ricercatore risponderà a quei bandi”…non possono, dopo la presa di coscienza dei mesi passati, con iniziative, manifestazioni, assemblee di protesta…

…poi, all’improvviso, la Gelmini promette nuove risorse per il futuro…e, come d’incanto, i corsi a “costo zero” vengono riempiti…l’università, come istituzione organizzata, esce dai guai ed i pretendenti alla cattedra fissa riprendono a sperare per il loro futuro.

È una triste storia di ordinaria ricerca di opportunità, che non ha vincitori e vinti, ma solo partecipanti disperati.

Se decenni fa inseguire le promesse era un’esigenza, oggi inseguire le promesse è una scelta: a volte dolorosa, a volte consapevole, a volte di comodo.

È una scelta quella di investire il proprio futuro sullo studio e la cultura e di riversarlo nell’insegnamento…anche a costo di accettare un bando a costo zero.

Come è una scelta quella di non accettare bandi gratuiti e fare un passo indietro, rispetto alle opportunità personali, affinché l’università si interroghi seriamente sul proprio futuro ed affronti, a muso duro, la crisi reale del sistema, per rivalutarne regole e processi.

Mi dico spesso che le scelte, consapevoli o meno, vanno rispettate…

Ancora più spesso penso che la consapevolezza che l’università vada completamente riformata è un miraggio sempre più lontano…


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