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Published on Novembre 5th, 2009 | by Nidil_Firenze

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Interinali colpiti dalla crisi, in un anno persi 100mila posti a tempo pieno

Interinali falcidiati dalla crisi: in un anno sono 100.000 i posti a tempo pieno persi, con un calo degli occupati di oltre il 30%. Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Ebitemp (Ente bilaterale per il lavoro temporaneo), anticipati oggi dall’AGI, a giugno 2009 si è verificato un calo annuale del -31,9% pari a circa 100.000 unità (-21,1% rispetto al primo semestre 2008 e -2,4% su maggio 2009). I dati, spiega il rapporto, fanno riferimento a posizioni di lavoro a tempo pieno e quindi le ‘persone effettive’ saranno molte di più di 100.000 unità.

Dallo studio, inoltre, emerge che diminuiscono anche le giornate retribuite: -38,2% a giugno 2009 rispetto a giugno 2008 (-22,8% sul semestre e -6% rispetto a maggio di quest’anno). Dunque anche chi ha lavorato sembra essere stato impiegato per un numero minore di ore. In calo infine il monte retributivo: -35,9% annuo (-23,4% semestrale e -6,6% su maggio 2009). La perdita di posti di lavoro in somministrazione, mai verificatasi fino a oggi, è iniziata dall’ottobre del 2008, quando il numero degli occupati (destagionalizzato) è passato da 302.000 a 298.000 per poi scendere costantemente a poco a poco nei mesi successivi fino ai 203.000 di giugno 2009. Il settore più colpito è quello dell’industria e le maggiori contrazioni si riscontrano nei prodotti in metallo e nei mezzi di trasporto.

I dati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio dell’Ebitemp sono “impressionanti” e occorre subito trovare una soluzione perché questo tipo di lavoratori possano accedere agli ammortizzatori sociali. Lo sostiene il segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, il quale sottolinea come il numero effettivo di persone che hanno perso il posto è molto più alto di 100.000 (sono 1/3 del totale), essendo il lavoro in somministrazione un impiego a ore e che il crollo del fatturato è del 40% in media.

“Sono dati – spiega Fammoni – che confermano le tendenze, purtroppo le preoccupazioni che spesso inascoltati abbiamo espresso in questi mesi. Questo settore è uno specchio evidente della crisi e dei suoi riflessi sull’occupazione”. Per Fammoni , “è molto grave il dato complessivo dei 12 mesi. Peraltro – aggiunge – è facile dire che i 100.000 occupati in meno fanno riferimento a posizioni di lavoro a tempo pieno e che quindi le persone effettive saranno molte di più”. Ma il dato “impressionante”, secondo il dirigente sindacale, “è il continuo e costante calo ogni mese. Occorrerà molto tempo – aggiunge – per recuperare questa situazione e arrivare ai livelli precedenti ma per poterlo fare servono cose concrete che al momento non si vedono. Intanto gran parte di queste persone non avranno i requisiti per gli accessi agli ammortizzatori e bisogna trovare subito una soluzione, in secondo luogo anche questo dato dà un giudizio definitivo sull’ideologia del precariato che abbiamo dovuto subire in questi anni che l’ottimismo di facciata ci viene propinato non serve a nulla quello che serve sono iniziative di tutela del lavoro”.

Sulla stessa linea la segretaria generale del NIdiL-CGIL, Filomena Trizio. “E’ la prima volta in assoluto che la somministrazione cala e cala con volumi impressionati – afferma -. Fino al primo trimestre 2008 è cresciuta sempre con un andamento a due cifre. Ora in aree industriali si è arrivati a un crollo del fatturato del 50% e anche oltre. Complessivamente la perdita di fatturato oscilla in media tra il 30 e il 40%. Ciò dà da solo la dimensione dell’effetto sconvolgente della crisi”.

Il dato occupazionale, continua Trizio, “è che su 300.000 lavoratori al mese impiegati a tempo pieno c’è una riduzione di 100.000 unità. Tradotte in teste umane sono il doppio circa 200.000 su un parco completo degli interinali di 600.000. Dunque il lavoro medio mensile è ridotto di 1/3”. Ovviamente, osserva la dirigente sindacale, sono lavoratori che hanno “tutele parziali”: una parte ha avuto accesso agli ammortizzatori sociali ma “una parte larghissima è stata protetta solo dall’intervento del sindacato. E’ la conferma – aggiunge Trizio – di come ci sia un problema serio di ammortizzatori sociali che non coprono tutti i lavoratori. L’80% degli interinali ne è fuori per mancanza di requisiti. C’è il timore – conclude – che nel mare di deregolamentazione del mondo del lavoro alla fine la somministrazione sia quella a cui si fa meno ricorso da parte delle imprese, scegliendo forme a costi molto più bassi e molto meno regolamentate come i co.co.pro”.


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