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Published on Novembre 5th, 2009 | by Nidil_Firenze

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Per dei diritti sani e forti

CAMPAGNA DELLA CGIL

PER I DIRITTI E LE TUTELE

DI CHI LAVORA NEGLI IMPIANTI SPORTIVI

“l’offerta di servizi si è diversificata e contaminata con quella servita da altri settori del tempo libero, nuove discipline, sganciate da qualsiasi attività agonistica, si sono proposte sul mercato, nuovi soggetti (in un mix di pubblico, privato e no profit) hanno trovato spazio, gli impianti sono diventati polivalenti, le figure professionali si sono specializzate, il mercato degli articoli sportivi si è globalizzato. A tutto questo bisogna aggiungere che il sistema sportivo italiano ha subito forti cambiamenti istituzionali e che lo sport spettacolo ha trovato nuovi mercati nelle tv a pagamento e nella rete internet”.( da:”Le fonti di dati e le indagini statistiche sullo sport in Italia” a cura dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e del Comitato Olimpico Nazionale Italiano)

E’ dalla consapevolezza di questo nuovo scenario che la CGIL hao deciso di avviare una iniziativa affinché anche per chi lavora in questi settori siano garantiti tutele e diritti come ad ogni altro lavoratore.

Le società, le associazioni, gli enti promozionali hanno da tempo affiancato alle tipiche attività agonistiche dilettantistiche e alle attività di avviamento alla disciplina sportiva, una variegata offerta di servizi finalizzata ad una domanda di benessere e cura del corpo.

Queste attività si configurano a tutti gli effetti come attività di servizio di tipo commerciale.

Si è modificata anche l’organizzazione degli operatori sportivi con la comparsa sul mercato di grosse strutture polifunzionali, delle quali alcune sono delle multinazionali.

Queste attività e di conseguenza le lavoratrici ed i lavoratori che vi operano sono ancora soggetti alle normative che regolano le attività sportive agonistiche dilettantistiche e di avviamento.

Tutto ciò, oltre ad essere illegale, non è più giustificabile in nessun modo.

Soprattutto dal punto di vista delle condizioni dei lavoratori, ai quali si chiede professionalità (che tra l’altro costa molto ed è tutta a carico del lavoratore), disponibilità ed efficienza, ma allo stesso tempo non se ne riconoscono i diritti minimi.

E’ accettabile che un istruttore qualificato di aerobica che lavora in una palestra,con un orario predeterminato, che segue corsi organizzati dalla palestra, venga retribuito con un rimborso spese?

Ciò rappresenta un’evidente evasione contributiva e contrattuale, ma è soprattutto mancanza di riconoscimento della dignità e della professionalità di questo lavoratore.

Sia che si tratti di un lavoratore dipendente, sia che si tratti di una collaboratore coordinato e continuativo queste persone hanno diritto di poter usufruire di una copertura previdenziale e assicurativa che gli garantisca la pensione, un reddito se si ammala o si infortuna sul lavoro, delle retribuzioni eque e dignitose.

Che cosa riteniamo si debba fare per raggiungere questi obiettivi.

Una cosa l’abbiamo già fatta: siamo riusciti, dopo un lungo periodo di trattativa, a far inserire nel nuovo regolamento del Comune di Firenze per le gare di appalto, che da quest’anno devono obbligatoriamente essere fatte per affidare a dei privati impianti sportivi di proprietà di enti pubblici, una serie di norme a tutela dei lavoratori che vanno dal diritto a conservare il lavoro qualora la gara venga vinta da un soggetto diverso rispetto a quello che lo gestiva precedentemente, l’obbligo ad applicare i contratti collettivi di lavoro per le figure che vi sono incluse, compensi equi per chi lavora come collaboratore, l’obbligo all’assicurazione per gli infortuni sul lavoro, un punteggio aggiuntivo per i soggetti che hanno al loro interno accordi sindacali.

Tutto ciò è normale in tutti i settori, ma è una rivoluzione nel mondo dello sport!

Ma non basta: dobbiamo migliorare le condizioni di chi lavora anche in strutture private.

La prima cosa che faremo è rivolgersi agli istituti competenti – ispettorato del lavoro, inps, enpals – affinché intervengano in questo settore superando l’idea del mondo dello sport come zona franca in cui le regole che valgono ovunque non si applicano.

La seconda cosa assolutamente necessaria è l’organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.

Senza la loro partecipazione diretta la nostra azione non può avere successo!

La terza cosa sarà cercare un confronto con le controparti: i datori di lavoro.

La cosa non sarà semplice, perché sino ad oggi c’è stato un rifiuto a svolgere questo ruolo.

Noi crediamo che il confronto sia condizione necessaria per risolvere i problemi e chi opera in questo settore non possa rifiutarsi di svolgerlo direttamente o attraverso proprie rappresentanze collettive.

Quali obiettivi possibili:

  1. La possibilità di essere assunto come dipendente ed avere tutti i diritti conseguenti, per chi svolge un’attività che ha evidentemente questa natura e rientra nel Contratto nazionale di lavoro (es: segretarie/i, addetti ai Front office, bagnini, manutentori, assistenti di sala);

2.

Il riconoscimento della natura di collaborazione coordinata e continuativa per quelle attività altamente professionali (es:istruttori ) che operano in autonomia.

Ciò determina l’assoggettamento ai versamento contributivi Enpals ed Inps che danno diritto ad una pensione ed a una indennità in caso di malattia e di maternità

E’ necessario inoltre definire a livello territoriale una griglia di compensi minimi, che differenziati per professionalità, formazione, tipo di prestazione.

Va inoltre riconosciuto a questi lavoratori e lavoratrici il diritto a conservare il lavoro in caso di malattia, infortunio e maternità ed il diritto ad essere coperti da un’assicurazione nel caso di infortunio sul lavoro.

Vanno certificate le competenze che determinano la qualifica professionale.

Questo è quanto potremmo fare a Firenze, vanno inoltre modificate alcune normativa nazionali:

Ø restringere la possibilità delle società di associarsi alle federazioni nazionali, impedendo a realtà a chi non pratica alcuna attività agonistica o di avviamento alla disciplina di poter usufruire delle agevolazioni fiscali e contributive previste;

Ø eliminare l’esenzione contributiva per i collaboratori coordinati e continuativi di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di società o associazioni sportive dilettantistiche;

Ø ribadire che la possibilità di applicazione di quanto previsto dall’art 67, lettera m) del TUIR,(IRPEF/compensi a sportivi) così come ha già fatto più volte l’Agenzia delle Entrate, è limitata ai compensi erogati nell’ esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche..


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