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Published on Gennaio 11th, 2011 | by Nidil_Firenze

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"Società sportive, controlli a tappeto"

di ERNESTO FERRARA

Impianti sportivi, interviene Palazzo Vecchio. Di fronte alla Cgil infuriata contro l´anarchia dei contratti di lavoro e la mancanza di tutele per gli operatori di piscine e centri sportivi, il vicesindaco Dario Nardella batte due colpi. Da una parte rispondendo che «non si può generalizzare e che non dappertutto esistono situazioni irregolari», dall´altra annunciando che qualche magagna è però venuta a galla: «Ci stiamo già muovendo e su alcune situazioni siamo già intervenuti come alla piscina Paganelli, dove alla società che è subentrata alla Sas nella gestione abbiamo chiesto di reintegrare i sedici vecchi dipendenti. O a Bellariva, dove ci sono problemi di regolarità nei pagamenti degli stipendi: prima di Natale ho incontrato il presidente della Fiorentina Nuoto Fabio Frandi per chiedergli di rispettare i lavoratori, pratiche di questo tipo sono insopportabili».

Ma non solo: ora scattano i controlli a tappeto: «Da qui a primavera faremo sopralluoghi in ognuno degli spazi dati in gestione dal Comune per verificare l´applicazione delle clausole di tutela dei lavoratori previste dallo stesso regolamento comunale», fa sapere il numero due di Palazzo Vecchio.
È l´inchiesta di Repubblica ad aver sollevato il caso.

Il Comune di Firenze è all´avanguardia per quanto riguarda i lavoratori dello sport, avendo previsto nel regolamento per la concessione in gestione degli impianti sportivi di proprietà comunale una clausola, l´articolo 11, che tutela i lavoratori. Ma ciò che è scritto sulla carta, spesso lì rimane. Nella realtà, a mettere in pratica questa regola sono in pochi, e soprattutto quasi mai con i giovani. L´articolo, che chi è impiegato nel settore conosce bene, prevede che il soggetto gestore «si impegna ad assumere il personale dipendente e confermare i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa in essere, al mantenimento delle medesime condizioni contrattuali». Non solo, lo obbliga a «applicare il contratto collettivo nazionale di lavoro» e «ad essere in regola con gli obblighi previdenziali e assicurativi». Chi non mette in atto tutti questi precetti, perde la possibilità di vedersi rinnovare la gestione. «Peccato che nessuno del Comune abbia mai controllato che queste norme fossero applicate», ha però denunciato su Repubblica Enrico Hablik del Nidil Cgil.

Come stanno le cose? In decine di società non si fanno contratti nazionali ma cosiddetti “sportivi”, non previsti dalla legge e pagati peggio. Eppure nel regolamento del Comune si dice che il contratto con tutti i crismi è obbligatorio. Perché non si rispettano le regole? Chi controlla? Nardella è per «non demonizzare» le società sportive: «Prendo atto del fatto che molte società risentono della crisi e stanno facendo una più graduale applicazione delle norme, che sono giuste ma non facile da mettere in pratica visto che implicano esborsi di denaro maggiori». Vuol dire che il Comune sta chiudendo un occhio? «Niente affatto, noi facciamo il possibile», ribatte Nardella. Aggiungendo: «Su questo fronte c´è anche l´ispettorato del lavoro ad essere attivo. La nostra idea è quella di procedere per step: fui io stesso da ex presidente della commissione sport a volere nel regolamento comunale la clausola di tutela dei lavoratori. Ora per noi fare in modo che si assicuri la continuità delle assunzioni coi cambi di gestione com´è avvenuto alla Paganelli, che si elimini il nero anche se solo facendo i “contratti sportivi” e che si garantisca la regolarità dei pagamenti come abbiamo chiesto di fare alla Fiorentina Nuoto è per noi un risultato. Certo andremo avanti e non ci fermeremo, esamineremo tutti i casi: molte società sono in regola ma non tutte e lo verificheremo, perché i lavoratori degli impianti sportivi non sono di serie B».


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